Progetto

Paradigma del Bianco-Specchio

Premessa per una Drammaturgia Visiva

2012

 

L’idea sorge dalla casualità di un gesto immateriale sul bianco, sul vuoto, sull’assenza, da un depensamento che archivia, annulla il precedente e il succedente storico del pensiero pre-costituito, pre-figurato e si espleta sotto forma di percetti e affetti, liberando la purezza sensazionale.

Il progetto Paradigma del Bianco-Specchio è un Dramma-Visivo, un’oper(A)zione artistica e teatrale, ideata e realizzata da Nico Vigenti.

Paradigma del Bianco-Specchio pone come punto centrale della sua produzione l’uso contemporaneo del linguaggio, attraverso differenti modalità espressive (fotografia, scultura, architettura, performance teatrale).

Paradigma del Bianco-Specchio è un’indagine sulla rappresentabilità e irrapresentabilità dell’opera d’arte, sulla costruzione di un ipotetico modello di bellezza e sulla decostruzione dello stesso, attraverso l’amputazione di codici prestabiliti, dell’annichilimento delle immagini-stato. È anche e soprattutto l’allestimento di un’orchestrazione delle Arti: un’arte totale dove la fotografia fuoriesce dal suo stesso quadro, per realizzarsi nella scultura; e che la scultura va ancora oltre, per realizzarsi nell’architettura; e che l’architettura ritrova nella facciata un nuovo quadro, che però si stacca dall’interno ed entra in rapporto coi dintorni, di modo che l’architettura si realizza trasformandosi infine in urbanistica.

Unendo le estremità della catena, si ottiene che l’artista diventa un urbanista. Si assiste, quindi, al prodigioso sviluppo di una continuità tra le diverse arti, in larghezza o in estensione: è un gioco a incastro dei riquadri, ciascuno dei quali si vede come debordato da una materia che vi penetra e vi passa attraverso.

Questa unità estensiva delle arti disegna i contorni di un teatro universale; si fa scenario di immagini, di linguaggi, di gesti, di suoni, di voci. Un teatro, in cui le immagini, le sculture si rivelano come personaggi, e la città come uno scenario, in cui anche gli spettatori sono parte attiva dell’evento.

L’arte Totale diventa Entità Sociale, Spazio Sociale Pubblico.

Piegare-dispiegare, avviluppare-sviluppare sono le costanti di questa operazione artistica.

Questo teatro delle arti è la macchina vivente del “Sistema nuovo”, macchina infinita in cui tutti i pezzi sono macchine “piegate in maniera differente e più o meno sviluppate”.

Anche se compressi, piegati e avviluppati, gli elementi sono potenze di allargamento ed estensione del mondo.

Ogni riquadro indica una direzione dello spazio che coesiste però con tutte le altre, ogni forma confluisce in uno spazio illimitato, in tutte le direzioni di questo spazio simultaneamente. Questa unità collettiva va ancora oltre, punta verso un’unità completamente differente, comprensiva e spirituale, puntuale, concettuale: il mondo come piramide o come cono, che ricollega la sua ampia base materiale, immersa nella nebbia, a un vertice appuntito, a una sorgente luminosa, a un certo punto di vista. Questo è l’immenso palcoscenico dell’arte e della vita.

Tradimenti. Primo Atto di Cyberguerra da Caligola al Grande Altro.